CAPACITA' CYBER-Centro Studi Esercito

Centro Studi Esercito

CAPACITA' CYBER ESERCITO

Conferenza sulle capacità cyber dell’Esercito

Webinar dal titolo “Lo sviluppo della capacità cyber dell’Esercito”, organizzato e condotto da un Gruppo di Lavoro interdisciplinare

Il 20 ottobre 2020 lo Stato Maggiore dell’Esercito ha ospitato il convegno in streaming dal titolo “Lo sviluppo della capacità cyber dell’Esercito”, nel corso del quale personale civile e militare del Centro Studi Esercito (CSE) e di un Gruppo di Lavoro interdisciplinare costituito ad hoc ha esposto le risultanze di un anno di studi sul tema della capacità cibernetica della Forza Armata.

La conferenza, trasmessa in modalità webinar, in osservanza delle disposizioni emanate con l’ultimo DPCM in materia di contenimento della diffusione del virus CoVid-19, si è svolta alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina, del Presidente del CSE, Generale di Corpo d’Armata della riserva Enzo Stefanini, di autorità civili, militari e operatori dell’informazione collegati in streaming.

L’evento è stato aperto dal Generale Stefanini che ha presentato i relatori, gli studiosi militari e civili provenienti dal mondo della ricerca, dell’industria e del giornalismo, riuniti in un team multidisciplinare composto da venti persone. Il convegno ha esaminato gli aspetti cibernetici della conflittualità anche in riferimento ad alcuni scenari geopolitici plausibili del prossimo futuro. È emerso che dal punto di vista militare, nella dimensione della manovra cibernetica, a causa dei contesti altamente connessi (smart city) e delle piattaforme digitali collegate in rete, occorre mantenere un approccio dinamico, partendo dall’individuazione e gestione dei rischi (Risk Management Process) per giungere ad adeguati investimenti per l’aggiornamento tecnologico e la formazione delle risorse umane.

Il generale Stefanini ha sottolineato che l’innovazione tecnologica è stata sempre una costante del mondo militare e che l’Esercito ha già da tempo recepito l’importanza del dominio cyber. L’accelerazione imposta dalla cibernetica ha introdotto un rinnovato dinamismo, perché il mondo di oggi è sempre più caratterizzato da elevata connettività, maggiore esigenza informativa, necessità di interoperabilità tra le diverse piattaforme tecnologiche. Per questo è più che mai necessario che le capacità strategiche del Paese, compresa quella cyber, siano sostenute da investimenti adeguati, oltre che da una maggiore sinergia tra Difesa, Industria, Università e mondo dell’informazione (strumento fondamentale, quest’ultimo, per diffondere una nuova “cultura cyber” e sensibilizzare il decisore politico sull’importanza della tematica).

In conclusione dei lavori, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale Farina, ha sottolineato quanto sia vitale, per il Sistema Paese e per le Forze Armate, concentrare future risorse e sforzi sullo sviluppo di capacità di difesa cibernetica, al fine di scongiurare crisi che potrebbero avere effetti devastanti sul funzionamento delle moderne infrastrutture e sul normale svolgimento della vita stessa degli italiani. “Nessuno, due anni fa, si sarebbe aspettato una crisi come quella che stiamo vivendo oggi con il CoVid-19”, ha detto il Generale Farina, “e allo stesso modo, in caso di attacco cyber, noi potremmo trovarci nell’impossibilità di attingere ai più basilari strumenti tecnologici moderni o a servizi che oggi diamo per scontato: dall’energia elettrica nelle nostre abitazioni, all’home banking, sino alle semplici comunicazioni telefoniche”. Per questi motivi - ha continuato il Capo di SME - l’Esercito ha assunto da tempo iniziative di ampio respiro in campo organizzativo, in quello della formazione del personale e con l’acquisizione di tecnologie innovative. In particolare, recentemente è stato costituito il Reparto Sicurezza Cibernetica del Comando Trasmissioni dell’Esercito e sono state riconfigurate le unità dell’Arma delle Trasmissioni per adeguarle alle nuove esigenze, introducendo competenze prima inesistenti e acquisendo risorse a elevato contenuto tecnologico. Nonostante la congiuntura economica dell’ultimo decennio, caratterizzata da drastici tagli alla spesa militare, l’Esercito si è adeguato alle nuove sfide, in un ambito divenuto centrale per la Sicurezza nazionale.

Nel corso della discussione, i diversi relatori hanno illustrato l’organizzazione della Forza Armata e della Difesa nel “dominio cyber”.

Alle Forze Armate è affidato il compito di proteggere le reti e i sistemi di rispettiva competenza. Una funzione questa divenuta imprescindibile per il fatto che l’organizzazione militare si basa oggi sull’Information Technology e i sistemi d’arma e logistici in dotazione possiedono, embedded, un’informatica molto evoluta. Se le diverse strutture dell’Esercito sono in sistema con quelle del livello interforze e nazionale, nondimeno è stata constatata l’interoperabilità delle unità organizzative

dell’Esercito con quelle della Nato, che periodicamente svolge esercitazioni finalizzate a valutare la resilienza dell’infrastruttura telematica. Sono state quindi individuate le possibili linee evolutive dello strumento operativo dedicato alla cyber defence, individuando la necessità di una vera e propria strategia di deterrenza. Questo obiettivo potrà essere conseguito per gradi, partendo dalla formazione delle risorse umane, dallo sviluppo delle tecnologie e dalla comunicazione finalizzata alla creazione di una coscienza diffusa sui rischi, sulle minacce e sulle corrispondenti misure di protezione.

Anche i profili legali della difesa cibernetica sono stati oggetto di trattazione, ricordando che a livello nazionale la materia è trattata dal GDPR, dalla direttiva NIS (Network and Information Security) dell’Unione Europea, già recepita dall’Italia e dal Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica, che costituiscono il framework di sicurezza nazionale. Ma anche gli aspetti etici hanno raccolto l’attenzione dei conferenzieri e del pubblico in rete, quando è stato palesato il rischio dell’ hybrid warfare , con l’uso indiscriminato della tecnologia informatica contro l’informazione e le infrastrutture telematiche civili.

Nel corso della presentazione sono stati anche ipotizzati alcuni scenari di criticità (avvenimenti dirompenti) riferiti alle dinamiche geopolitiche in atto. Una prospettiva che, alla luce delle nuove forme di lotta (guerra ibrida), come sperimentato nelle esercitazioni della Nato, mostra la necessità di capacità di reazione e di una strategia basata sulla deterrenza. In tale quadro, l’Esercito e le Forze Armate avranno sempre più un ruolo centrale, sia come risorse di primo impiego sia di sostegno al Sistema nazionale in caso di necessità.
 

Un momento del convegno
Presentazione delle risultanze dello studio
Presentazione delle risultanze dello studio